- A che punto è il movimento ballroom a Napoli?
Napoli è un territorio fertile che deve mostrare il suo meglio.
Gli ultimi anni hanno visto numerosi interventi, primo tra tutti il movimento Hands Up Napoli che Francesco Ciliberti ha sviluppato. Un percorso educativo e formativo, per avvicinare e informare le persone circa la ‘ballroom culture’, consolidato cinque anni fa e culminato nell’ ‘Under The Sea Ball’.
Una rete che ha unito in maniera trasversale molti vissuti e reso possibili altrettante connessioni. Lo scorso anno anche il collettivo Anomalie ha contribuito tramite diverse proposte.
Ora possiamo riscontrare un maggiore interesse, sono tante le persone incuriosite, a cui risponderemo con nuovi strumenti e piattaforme. La prossima data da fissare è il 15/05, giorno in cui il Basic Club ospiterà ‘The Roleplay Kiki Ball’.
- Che tipo di rapporti umani si creano tra i “militanti” di ballroom? Quale sentimento prevale?
Quello che importa è essere solidali. Chi partecipa a un ball investe mesi o settimane per allenarsi e preparare i vestiti e possiamo risultare come persone competitive. Nei fatti, invece, ci aiutiamo spesso e in vari modi. Ogni occasione è buona per celebrare capacità e identità. Il supporto reciproco è alla base per chi, purtroppo, tuttora viene messo ai margini nella società.
- Come si rende attuale qualcosa nato più di 30 anni fa e molto lontano da qui?
Negli anni il voguing e la comunità stessa hanno assunto molte facce e avuto sviluppi che per tanti erano solo idee.
Nel documentario Paris Is Burning (1990) uno dei più importanti esponenti della scena, Willi Ninja, confessa alla cinepresa il suo più grande desiderio, portare il voguing da New York a Parigi. Ora, trent’anni dopo, Parigi è conosciuta per essere la comunità ballroom più forte in Europa, seconda solo a New York. È un processo che avviene in maniera organica e progressiva. Ciascuno interpreta questa cultura con criteri e motivi propri, e insieme si riesce a impattarla e modificarla.
- La libertà d’espressione è il filo portante del vostro movimento, secondo voi, c’è più realtà in una ballroom o nella vita quotidiana?
Tra la scena ballroom e la vita quotidiana intercorre un rapporto simbiotico. In una puoi essere quello che non sei nell’altra, o viceversa. Alcune persone, tuttavia, vivono la propria verità in entrambe i casi, sono esattamente quello che vedi sia dentro che fuori.
- Infine, cosa dovrebbe fare una persona che vorrebbe avvicinarsi a questo movimento?
Le persone che vorrebbero essere parte della comunità dovrebbero in primo luogo documentarsi per cominciare a intuire quello che c’è dietro. In rete è possibile trovare fonti esaustive che ripercorrono la storia del movimento fino a oggi, approssimandone il significato. È sicuramente consigliabile visionare anche il già citato documentario Paris Is Burning, o la più acclamata e recente serie televisiva Pose, disponibili su Netflix. In seguito, cercare chi già pratica e fa parte della scena ballroom per muovere i primi passi e viverla sulla propria pelle.
Intervista a: Francesco Ciliberti, Vincenzo Maiello e Ciro Riccio