C’è chi dice che siano fondamentali tanto quanto la musica, c’è chi non ne può fare davvero a meno. Le luci, gli effetti video, lo stage design e tutto quello che di visivo c’è oggi in un party giocano un ruolo fondamentale nella produzione di ogni evento, grande o piccolo che sia. Dalla main room di un club ai grandi festival esistono figure professionali ed artistiche che hanno trasformato il modo di concepire il mondo delle “luci” trasformandolo in una vera e propria arte. Abbiamo scambiato due parole con Stefano Esposito di Wase Visual Communication per conoscere più da vicino questo importantissimo settore.
Cos’è Wase e quali sono i sentimenti che hanno permesso l’inizio di quest’avventura?
Wase nasce nel 2012, mi sono avvicinato al mondo delle arti visive applicate alle performance live semplicemente come Vj. Ad oggi ci occupiamo di arti visive a 360 gradi, dalla progettazione alla messa in opera. C’è sicuramente una forte passione che quotidianamente mi spinge ad andare sempre un po’ oltre. I miei progetti nascono dallo studio di immagine e suono, e come queste due possano coesistere per creare stupore e curiosità in chi osserva. Cerco sempre di creare qualcosa che emozioni prima me stesso e penso questo sia importante per poter esprimere qualsiasi forma artistica.
Quant’è importante l’effetto visual all’interno di un club?
Fondamentale. Oggi la tecnologia è in continua evoluzione e si e raggiunto un livello molto alto, un livello che ha portato le arti visive ad essere un valore aggiunto indispensabile. In molte produzioni sono parte fondamentale dello show. Gli allestimenti fanno da protagonisti in molte realtà’. Come diceva un articolo di RA di non molto tempo fa “What we see in a club can be as important as what we hear”. Le luci durante un party possono fare la differenza, amplificano l’esperienza uditiva, creano emozioni. L’atmosfera è tutto. Un rullante di una batteria è una cosa, un rullante con una strobo è tutt’altra cosa.
Cosa potete raccontarci del vostro progetto per Basic Club? Come nasce l’idea e che obiettivo si pone la vostra installazione?
Abbiamo iniziato a pensare al progetto 6/7 mesi prima dell’apertura. L’idea della griglia nasce con Raffaele Pellone. Si è pensato a qualcosa di diverso da quella che era l’illuminotecnica della scena locale, ma soprattutto qualcosa che desse identità al club rafforzando l’architettura della struttura. Un’installazione che oltre a far parte dello show all’interno del club, fosse un simbolo di quest’ultimo, un vera e propria icona.
Molti luoghi stanno rivalutando l’importanza della Visual Art, che potenzialità ha nel prossimo futuro e per quale motivo.
Come già detto prima oggi la tecnologia corre ad un passo spaventoso. Il livello che si può raggiungere è davvero alto. Le arti visive riempiono musei, teatri, concerti, festival e club di tutto il mondo. Siamo nell’era del digitale, l’era di internet e l’era delle arti visive. Se ci pensiamo anche i videogiochi sono una sorta di arte perché il loro lavoro è legato a tutte le prospettive di progettazione visiva e non. La potenzialità è davvero infinita, basta pensare che un ologramma 30 anni fa era roba da film di fantascienza, oggi una tecnologia comune.
Penso che per il futuro ci si può aspettare di tutto in questo settore, davvero senza limiti.